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L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare: l’utilizzo delle nuove tecnologie genomiche per il miglioramento delle piante coltivate può comportare rischi minori rispetto alle tecniche di incrocio tradizionali
L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha recentemente pubblicato due documenti, Opinione scientifica aggiornata sulle piante sviluppate mediante cisgenesi e intragenesi (documento in inglese: https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/7621) e Criteri per la valutazione del rischio delle piante prodotte mediante mutagenesi sito-specifica, cisgenesi e intragenesi (documento in inglese: https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/7618), contenenti importanti contributi per la possibile revisione della Direttiva 2001/18/EC che regola la coltivazione e il commercio dei cosiddetti organismi geneticamente modificati (OGM), e gli atti legislativi che ne sono derivati.
Alla luce dei progressi scientifici riguardo la struttura e la naturale plasticità dei genomi e lo sviluppo delle nuove tecnologie genomiche (NGT) premiate con il premio Nobel nel 2020, la Direttiva, stilata più di due decenni fa senza rifarsi a fondate evidenze scientifiche, si è ormai rivelata un ostacolo all’innovazione genetica in agricoltura.
Come stabilito dalla Corte di Giustizia EU nel 2018, in base alla Direttiva del 2001 le piante ottenute mediante NGT ricadono nella definizione di organismo geneticamente modificato (OGM) e sono dunque soggette sia alle strettissime e costose normative previste per l’approvazione delle coltivazioni di OGM, sia al divieto totale di coltivazione previsto a discrezione dei singoli Paesi dalla successiva Direttiva EU 2015/412, divieto applicato in Italia e altri Paesi EU.
I nuovi documenti EFSA riconoscono invece che le modifiche genetiche ottenibili con alcune NGT comportano alterazioni non volute del DNA molto inferiori a quelle che avvengono con i normali incroci utilizzati da più di un secolo per produrre nuove varietà vegetali. Come ricorda EFSA, i genomi, e in particolare quelli delle piante, non sono entità fisse, e durante gli incroci convenzionali operati per trasferire caratteristiche positive sono inevitabili altre modifiche e alterazioni nell’espressione di geni. Ciò dipende dai meccanismi stessi della naturale riproduzione sessuata, nonchè dal fatto che per trasferire in modo tradizionale una caratteristica utile sono necessari numerosi incroci, e dalla difficoltà praticamente insuperabile di separare in tal modo il gene che si vuole trasferire da quelli adiacenti, che possono conferire caratteristiche non desiderate (quest’ultimo fenomeno è noto come linkage drag, letteralmente trascinamento dovuto alla vicinanza). Le NGT limitano o eliminano tali problemi: operando le modifiche volute agendo direttamente sul gene d’interesse vi è minore necessità di incroci e l’ovvia assenza di linkage drag.
Il concetto fondamentale che emerge dai documenti EFSA è di come non sia logico definire eventuali nuovi rischi in maniera assoluta, non considerando la situazione di partenza. L’impatto e le conseguenze non desiderate delle nuove tecnologie genomiche va considerato alla luce di quelli delle tecnologie già in uso. E’ utile qui ricordare che la quasi totalità delle varietà coltivate di piante alimentari deriva da mutazioni spontanee, incroci o da mutagenesi casuale operata con radiazioni ad alta energia o sostanze chimiche. Tali piante, come anche ricordato dalla Corte di Giustizia nel 2018, hanno una storia di utilizzo sicuro come alimenti e mangimi. EFSA dichiara dunque che il trasferimento mediante NGT di certe caratteristiche genetiche fra piante o varietà che sono già utilizzate in alimentazione non richiederebbe ulteriori analisi di tossicità o allergenicità, previste invece per gli OGM.
EFSA propone dunque nuovi criteri, definiti su basi scientifiche, per stabilire le analisi di rischio che è ragionevole richiedere per le varietà prodotte mediante DNA ricombinante. Come la comunità scientifica richiede da anni, le richieste devono basarsi sull’effettiva modifica introdotta e non su pregiudizi rispetto la tecnologia utilizzata. Per quanto illustrato sopra, le analisi saranno in certi casi del tutto simili a quelle che riguardano le tradizionali varietà prodotte per incrocio. Le opinioni espresse da EFSA concordano con quanto osservato nell’iniziativa Legislazione per le piante prodotte con alcune nuove tecniche genomiche, promossa nel 2021 dalla Commissione EU per giungere a una proposta di aggiornamento di quella che è una legislazione ormai superata dagli avanzamenti scientifici e tecnologici e dannosa per la competitività globale dell’agricoltura europea.
Ufficio Stampa SIGA