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- 25/01/2023 - La Federazione Italiana Scienze della Vita esprime la sua decisa critica e forte preoccupazione per il coinvolgimento di singoli ricercatori, di enti pubblici e Ministeri nel 37° Convegno Internazionale dellâAssociazione per lâAgricoltura Biodinamica, (Aula Magna dellâUniversitĂ degli Studi Roma Tre, 26-27 gennaio 2023)
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- 01/12/2022 - LâAgenzia Europea per la Sicurezza Alimentare: lâutilizzo delle nuove tecnologie genomiche per il miglioramento delle piante coltivate può comportare rischi minori rispetto alle tecniche di incrocio tradizionali
- 03/10/2022 - Comunicato della SocietĂ Italiana di Genetica Agraria
Una nuova strategia contro la scienza: la lista di proscrizione degli scienziati - 15/09/2022 - I ricercatori di genetica agraria rivolgono due domande ai segretari dei partiti politici che si presentano alle elezioni del 25 settembre 2022
- 12/09/2022 - DisponibilitĂ di breeder/Junion breeder presso Apsovsementi SpA
- 29/07/2022 - Disponibile posizione di postdoc presso il Dipartimento di Biotecnologie dell'UniversitĂ di Verona
Comunicato della SocietĂ Italiana di Genetica Agraria
Una nuova strategia contro la scienza: la lista di proscrizione degli scienziati
La Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA) condanna con decisione i contenuti
del rapporto intitolato âBehind the smokescreen: Vested interests of EU scientists
lobbying for GMO deregulationâ (https://www.greensefa.
eu/en/article/study/behind-the-smokescreen), commissionato dal gruppo dei
Greens/EFA del Parlamento dellâUnione Europea e reso noto il 29 settembre 2022,
anche attraverso la rivista online Agrifood Today nellâarticolo dal titolo "Così i big
dei nuovi OGM influenzano la ricerca scientifica", che ne riassume in parte le
conclusioni (https://amp.agrifoodtoday.it/innovazione/big-nuovi-ogminfluenzano-
ricerca-scientifica.html). Il rapporto è stato commissionato dal gruppo
parlamentare a GMWatch, un'organizzazione che monitora l'industria degli OGM e
dei suoi sostenitori con lo scopo dichiarato di contrastare âthe enormous corporate
political power and propaganda of the GMO industry and its supportersâ.
Nel rapporto sono presentati presunti interessi economici che âintrecciano istituti
scientifici, gruppi di pressione, esperti universitari e giganti dell'agri-business,
riunitisi in un esercito piccolo ma compatto. L'obiettivo è ottenere da Bruxelles un
quadro normativo meno restrittivo rispetto a quello attualmente esistente in
materia di OGMâ, per dare il via allâutilizzo applicativo di nuove cultivar ottenute
utilizzando New Breeding Techniques (definite anche Tecniche di evoluzione
assistita - TEA), attualmente senza accesso alla sperimentazione in campo ed alla
coltivazione in Italia e altri Paesi EU in quanto considerate OGM.
Il rapporto rivelerebbe relazioni tra âricercatori, lobbisti di Euroseeds (che
rappresenta le industrie sementiere), consulenti e vertici delle grandi aziende che
producono pesticidi e prodotti chimiciâ, ed assume il tono di una vera e propria
lista di proscrizione. Per quanto riguarda lâItalia, compaiono nel documento
l'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e
l'Istituto di Genomica Applicata, istituto di ricerca senza fini di lucro fondato
dallâUniversità degli Studi di Udine. Vengono anche nominati due soci SIGA,
appartenenti a questi due enti, Roberto Defez e Michele Morgante. Il loro peccato
sembra quello di aver depositato alcuni brevetti su biotecnologie vegetali o
microbiche, di avere avuto collaborazioni con industrie, di essere scienziati che
lavorano nel campo delle biotecnologie genetiche e di sostenere pubblicamente
iniziative tese a favorire lâapplicazione delle TEA. Tali iniziative sono quasi sempre
effettuate, anche da numerosi altri soci della SIGA, non a titolo personale ma come
rappresentanti della SocietĂ che conta più di 400 ricercatori.
Viene condannata perfino la pubblicazione di articoli scientifici che vedono
coinvolti ricercatori di enti pubblici assieme a colleghi di aziende private, una
pratica tuttâaltro che rara in tutto il mondo scientifico e considerata positivamente.
Poichè il rapporto presenta in modo negativo, e di fatto offensivo per i sospetti che
genera, ogni relazione fra mondo accademico, proprietà intellettuale e imprese,
desideriamo sottolineare alcuni punti fondamentali.
Come indicato nel suo Statuto, il CNR âha il compito di svolgere, promuovere, e
valorizzare ricerche nei principali settori della conoscenza, perseguendo
lâintegrazione di discipline e tecnologie; di trasferirne e di applicarne i risultati per
lo sviluppo scientifico, culturale, tecnologico, economico e sociale del Paese e di
fornire supporto tecnico-scientifico agli organi costituzionali e alle
amministrazioni pubblicheâ e i suoi Dipartimenti âpromuovono la valorizzazione
dei risultati della ricerca e la tutela delle attività brevettualiâ. La stessa posizione è
espressa dagli statuti della stragrande maggioranza delle Università pubbliche
Italiane. Più in generale leggi italiane sostengono la Terza Missione delle Università e degli Enti pubblici di ricerca, definita come âvalorizzazione della proprietà intellettuale o industriale, imprenditorialità accademica, strutture di
intermediazione e trasferimento tecnologico, beni artistici e culturali, tutela della
salute, formazione permanente, public engagement, beni pubblici e politiche per
lâinclusione, open science e attività collegate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
(SDG)â. Eâ bene ricordare che fra i 14 Indicatori e parametri per la Valutazione
Periodica della ricerca e delle attività di Terza Missione del Ministero
dellâIstruzione, dellâUniversità e della Ricerca, due riguardano il numero medio di
brevetti per docente negli ultimi 10 anni e il numero di spin off degli ultimi 10
anni.
Deprecando lâesistenza di collaborazioni pubblico-privato di ricercatori ed
istituzioni, gli estensori del rapporto sembrano dimenticare che lâormai
trentennale sistema di finanziamento alla ricerca a livello Europeo (lâattuale
Horizon Europe) ha come condizione necessaria per lâaccesso ai fondi la presenza
nei progetti di partnership pubblico-private.
Il rapporto allude fin dal titolo (âBehind the smokescreenâŚâ) alla poca trasparenza
dei rapporti scienziati-aziende, tuttavia gli stessi estensori riconoscono che tutte le
informazioni aggregate nel rapporto sono pubblicamente disponibili ed in molti
casi sono state recuperate dai curriculum vitae degli scienziati stessi, il che la dice
lunga sulla natura di tali rapporti. Al riguardo ricordiamo anche che le riviste
scientifiche chiedono giustamente che gli eventuali conflitti di interessi siano resi
noti in ogni pubblicazione.
Siamo dunque al paradosso che brevetti, collaborazioni con imprese, progetti di
oggettiva eccellenza Europea e partecipazione ad audizioni parlamentari o
commissioni su problemi scientifici, tutti di dominio pubblico, sono stimolati e
considerati un vanto dallo Stato italiano ed una prerogativa positiva a livello
Europeo, ma additati come vergogna dagli estensori di questo rapporto. Dovrebbe
dâaltronde essere chiaro a tutti che le motivazioni che spingono gli scienziati di
tutto il mondo sono il desiderio di operare nelle frontiere della conoscenza e la
speranza che quanto da loro scoperto possa essere applicato dal sistema
produttivo per migliorare la vita dei cittadini.
In direzione completamente opposta agli obiettivi del rapporto, la SIGA continua a
rivendicare il suo impegno per ottenere una nuova disciplina delle Nuove Tecniche
Genomiche (NGT), o Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), premiate con il Nobel,
per il miglioramento genetico delle piante coltivate. I ricercatori europei e italiani
chiedono di poter utilizzare gli stessi strumenti che vengono ormai impiegati
correntemente in molti Paesi del mondo, tanto più necessari quanto più rapidi
sono i cambiamenti ambientali registrati nei nostri campi coltivati, per adattare le
piante a produrre nelle mutate condizioni. In Italia, dâaltra parte, tutte le
organizzazioni professionali degli agricoltori sono ormai su queste stesse
posizioni.
In conclusione, osserviamo che âlâesercitoâ favorevole alle TEA, se ne esiste uno è,
sì, compatto ma non piccolo. Fra le organizzazioni da stigmatizzare, gli estensori
citano lâOrganizzazione europea delle scienze delle piante (European Plant Science
Organisation âEPSO, che sembra avere la colpa di rappresentare migliaia di esperti
di biologia delle piante), la Federazione europea delle accademie delle scienze e
delle discipline umanistiche (ALLEA, che comprende, tra le altre, lâAccademia dei
Lincei) e EU-SAGE, una rete che promuove l'agricoltura sostenibile europea
attraverso l'editing del genoma (a cui la SIGA aderisce), enti che raccolgono
migliaia di scienziati e accademici. Si dovrebbero aggiungere numerose altre organizzazioni Italiane ed Europee, che raggruppano in pratica la stragrande
maggioranza degli scienziati che si occupano di scienze della vita applicata alle
piante. Ma questo è sfuggito agli estensori del rapporto.
Portici, 3 ottobre 2022
Il Presidente della Società Italiana di Genetica Agraria
Prof. Edgardo Filippone